Svezzamento: quando?

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Preparatevi a stupirvi o addirittura non credere a quello che state per leggere!

Secondo le linee guida più aggiornate, incluse quelle dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i neonati dovrebbero essere alimentati esclusivamente con il latte (materno se possibile, altrimenti artificiale) fino intorno ai 6 mesi.
Questo perché prima gli organi dell'apparato digerente non sono pronti e quindi si rischia di affaticarlo o creare problemi inutilmente.

Se vi chiedete perché noi stesse e tanti altri bambini sono stati svezzati molto prima, vi rispondo dicendo che dagli anni '50 con l'emancipazione delle donne anche in ambito lavorativo, per chi tornava al lavoro subito dopo il parto era nata l'esigenza di trovare presto il modo di alimentare il proprio piccolo anche in loro assenza. Sicuramente il tiralatte e il latte artificiale sono state valide alternative, ma l'industria alimentare aveva l'asso nella manica, ovvero gli omogeneizzati. Con questi, per esigenze pratiche si è iniziato a svezzare i bambini presto, senza preoccuparsi che a livello fisico non fossero pronti.

Non basta compiere i 6 mesi per essere pronti, quello è solo il periodo in cui solitamente la maggior parte dei bambini ha sviluppato sufficientemente gli organi dell'apparato digerente.

Un'altra cosa che vi stupirà, se non siete già informate sull'Autosvezzamento, è che non siamo noi genitori o il pediatra a scegliere quando iniziare, ma sarà il nostro bimbo a farcelo capire quando sarà pronto.
Sarà lui infatti a mostrare interesse per quello che mangiamo noi. Lo possiamo scoprire se lo teniamo in braccio mentre mangiamo o se è seduto sul seggiolone o sdraietta vicino al tavolo e si sporge in avanti, magari facendo qualche verso rivolto a quello che c'è nei nostri piatti. 

Ma non è ancora finita, perché ci sono dei segnali psico-motori che dobbiamo verificare prima di lasciare che il nostro bimbo assaggi qualcosa:
 
  • Deve aver perso il riflesso di estrusione: si capisce quando viene sfiorato sulle labbra, mento e naso non tira più fuori la lingua
  • Deve riuscire a stare seduto da solo sul seggiolone senza chinarsi in avanti o su di sé o cadere di lato
  • Deve aver acquisito una buona coordinazione fra gli occhi, la mano e la bocca. Si può osservare quando vede un oggetto, lo prende in mano e lo porta alla bocca

Purtroppo molti pediatri, compresi alcuni che propongono l'autosvezzamento, non osservano questi principi che non sono opinioni, ma accorgimenti basati sulla conoscenza neurobiologica attuale.
Non vi sto suggerendo di mettervi contro il vostro pediatra, ma voi siete i genitori e avete il diritto di essere aggiornati e di scegliere di aspettare che vostro figlio sia davvero pronto, senza necessità di affrettare i tempi.

Detto questo, è vero che ci sono situazioni particolari come alcune condizioni mediche (per es. nel caso di mio figlio reflusso gastroesofageo e vomito ad ogni poppata) che possono far propendere per un lieve anticipo rispetto ai 6 mesi, sempre che gli altri requisiti siano raggiunti. Ma sia chiaro, non dev'essere la norma.

In linea di massima questi requisiti vengono raggiunti in un range che va dai 5 ai 12 mesi, e nella maggior parte dei casi fra i 6 e 7 mesi, ma ogni bambino ha i suoi tempi di sviluppo.
Quindi è importante non avere fretta, non guardare il calendario, bensì nostro figlio.

Mentre aspettiamo che nostro figlio sia pronto:

- possiamo frequentare un corso di disostruzione pediatrica insieme ai nonni o chi si occuperà dell'alimentazione di nostro figlio. Questo lo consiglio, non perché con l'autosvezzamento aumenti la probabilità di soffocamento, anzi! Ma perché in questi corsi, spesso offerti gratuitamente dalla Croce Rossa, spiegano bene come capire se il bambino sta soffocando davvero e quindi come intervenire, rispetto a quando la maggior parte delle volte è meglio non fare niente perché il bambino sta gestendo da solo il cibo normalmente. (Approfondiremo questa differenza anche nell'articolo "Come tagliare il cibo".)
- possiamo iniziare a mangiare meglio: in maniera più bilanciata, riducendo il sale e variando il cibo seguendo la piramide alimentare (vedi il prossimo articolo "Come iniziare")

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